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Un viale dedicato al venerabile don Tonino Bello

Il Comune di Ugento ha avviato l’iter per la denominazione di un viale al servo di Dio don Tonino Bello, dichiarato venerabile da Papa Francesco.

L’esercizio del ministero di don Tonino ad Ugento, durato oltre vent’anni e particolarmente proficuo, ha portato la comunità di Ugento ad avere un legame affettivo indissolubile, ancora vivo in tutti coloro i quali hanno avuto la fortuna di conoscerlo e la cui luminosa testimonianza si tramanda di generazione in generazione.

Peraltro, Il 7 maggio del 1993, il Consiglio Comunale di Ugento conferì a don Tonino la cittadinanza onoraria alla memoria.

Nei giorni scorsi la giunta comunale ha votato all’unanimità l’avvio dell’iter per dedicare al vescovo salentino una strada. Nella zona 167 di Ugento, infatti, si stanno sviluppando nuove arterie stradali. Occasione propizia per denominare il viale evidenziato nella planimetria a “don Tonino Bello” – Vescovo.

Il 14 agosto, il responsabile del Settore Urbanistica Ambiente e Suap, ha inviato la documentazione alla Prefettura di Lecce, chiedendo l’autorizzazione per la nuova denominazione.

BREVE STORIA DI DON TONINO

Don Antonio Bello nacque il 18 marzo del 1935 ad Alessano.

Dopo gli studi presso i seminari di Ugento e Molfetta, don Tonino venne ordinato presbitero l’8 dicembre 1957 e incardinato nella diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca. Nel 1959 conseguì la licenza in Sacra Teologia presso la facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Venegono Inferiore e nel 1965 discuteva, presso la Pontificia Università Lateranense, la tesi dottorale dal titolo “I congressi eucaristici e i loro significati teologici e pastorali”.

Ha curato la formazione dei giovani presso il seminario diocesano di Ugento per ben 22 anni, con la qualifica di Vice – Rettore. Dal 1969 fu anche assistente dell’Azione Cattolica e quindi vicario episcopale per la pastorale diocesana. Nel 1978, il Vescovo Michele Mincuzzi lo nominò amministratore della parrocchia del Sacro Cuore di Ugento. Il 10 Agosto 1982 venne nominato vescovo della diocesi di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi e il 30 settembre dello stesso anno, Vescovo della diocesi di Ruvo.

Sin dagli esordi, il ministero episcopale di don Tonino è stato caratterizzato da una costante attenzione agli ultimi testimoniata dalla costituzione di gruppi Caritas in tutte le parrocchie della diocesi, dalla fondazione di una comunità per la cura delle tossicodipendenze, dall’apertura permanente degli uffici dell’episcopio per chiunque avesse voluto parlargli e spesso anche per i bisognosi che chiedevano di passarvi la notte. Nel 1985, venne designato dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana a succedere a monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, nel ruolo di Presidente di Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace con l’intrapresa di memorabili iniziative contro il potenziamento dei poli militari di Crotone e Gioia del Colle, contro l’intervento bellico nella guerra del golfo e la marcia della pace, il 7 dicembre 1992, nella città di Sarajevo, da diversi mesi sotto assedio serbo a causa della guerra civile.

Nota a tutti, infatti, è la marcia senza armi a Sarajevo, la città bosniaca martirizzata e stretta sotto assedio dalle milizie serbe. Era il 7 dicembre del 1992, quando, oramai in fin di vita per un cancro allo stomaco già in metastasi, in qualità di presidente nazionale di Pax Christi, decise di recarsi a Sarajevo con 496 persone. «Andrò a Sarajevo anche con le flebo», ricorda qualcuno. Aveva il corpo consumato, il viso smagrito, gli occhi incavati, al petto una croce di legno. Era consapevole che i suoi giorni stavano per finire, nonostante il parere dei medici, decise di intraprendere quella marcia, sfidando anche la morte.

Don Tonino morì a Molfetta il 20 aprile del 1993.

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Le sue virtù eroiche sono state riconosciute da Papa Francesco il quale, in seguito all’avvio del processo di beatificazione avvenuto il 27 novembre del 2007, con apposito decreto emesso il 25 novembre del 2021 dichiarava don Tonino venerabile.

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