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25 aprile, Festa della Liberazione. Commemorazione ad Ugento e Gemini

Anche Ugento ha reso omaggio all’Anniversario della Liberazione. Momento organizzato dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’Associazione Nazionale Combattenti di Ugento.

Il primo momento si è svolto a Gemini con un coperto partito da Largo Croce fino al Monumento ai Caduti, con l’alza bandiera, la deposizione della corona con un momento di preghiera.

Subito dopo ad Ugento si è svolta la cerimonia presso il Monumento ai Caduti di Piazza Immacolata e Piazza San Vincenzo. Subito dopo la celebrazione della Santa Messa in Cattedrale.

Di seguito gli interventi del sindaco di Ugento, Salvatore Chiga, e della Presidente del Consiglio, Maria Venere Grasso.

Autorità civili, militari, reverendissimo don Antonio, signor presidente dell’associazione nazionale combattenti sez. di Ugento Francesco D’ambrosio, rappresentanti delle associazioni d’arma, signori rappresentanti delle associazioni territoriali, carissimi concittadini, porgo a tutti quanti voi un caro saluto, ringraziandovi per la vostra partecipazione alla celebrazione dell’anniversario di una ricorrenza, quella del 25 aprile, che rappresenta senza dubbio una data dal profondo significato per il nostro Paese: in quel giorno di settantotto anni fa terminava, infatti, una delle vicende più buie della nostra storia – la dittatura, la guerra, l’occupazione straniera – e ne iniziava una delle più luminose, il rifiuto di ogni tirannide, la nascita della nostra democrazia, l’affermazione dello Stato di diritto.
Tante cose sono cambiate da quegli anni. Eppure misurarsi con i valori di libertà, di pace, di solidarietà, di giustizia, che animarono la rivolta morale del nostro popolo contro gli orrori della guerra, non è esercizio da affidare saltuariamente alla memoria. 
Stiamo parlando del fondamento etico della nostra Nazione, che deve restare un riferimento costante sia dell’azione dei pubblici poteri, sia del necessario confronto nella società per affrontare al meglio le novità che la storia ci pone davanti.
E’ la festa della libertà di tutti. Una festa di speranza ancor più per i giovani: battersi per un mondo migliore è possibile e giusto e la democrazia rappresenta l’opportunità di essere protagonisti, insieme agli altri, del proprio domani. 
Per costruire solidalmente, le radici devono essere ben piantate in quei principi iscritti nella Costituzione Repubblicana di rispetto verso le libertà altrui, di rifiuto della sopraffazione e della violenza, di uguaglianza tra le persone.
Ed è proprio la Costituzione il frutto principale del 25 aprile. 
E’ la pietra angolare su cui poggia la civiltà e il modello sociale che i nostri padri ci hanno lasciato. E’ anche la strada maestra sulla quale camminare ancora vivendola ogni giorno e chiedendone ripetutamente la sua applicazione.
L’unità nazionale e la stessa democrazia sono beni tanto preziosi quanto deperibili. L’unità del Paese esige che le fratture sociali provocate prevalentemente dalla crisi economica siano ricomposte o quantomeno medicate con azioni positive. 
Il diritto al lavoro rappresenta la priorità delle priorità se vogliamo rispettare l’impronta personalista della nostra Costituzione e cioè il riconoscimento dei diritti della persona come valore che preesiste e sostiene l’ordinamento stesso.
Questo è l’impegno che deve unire l’Italia in tutte le sue articolazioni istituzionali auspicando che, pur nella libertà del confronto politico, si possano trovare convergenze finalizzate al perseguimento dell’interesse pubblico.
La festa della liberazione è un incitamento a tenere la schiena dritta, ad essere fedeli a noi stessi, a coltivare la pianta della democrazia e a combattere quotidianamente la battaglia per la legalità in ogni ambito. 
E’ nella memoria che ci viene restituito il significato profondo del rispetto e del senso di appartenenza alle istituzioni democratiche che i nostri caduti hanno amato, difeso e accompagnato perche’ potessimo ricostruire una società capace di garantire la convivenza civile e la pace.

Caduti che vanno onorati con la citazione dei loro nomi che, con commozione e rispetto, mi accingo a proferire

GEMINI

Guerra 1915-18Guerra 1940-45
BISANTI SANTOALEMANNO FRANCESCO
CARLUCCIO CARMELO CHETTA AUGUSTO
CIULLO COSIMOCORTESE COSIMO
CIURLIA ROCCOD’AMATO ANTONIO
COLETTA VITOD’AMATO EMANUELE
INDINO ALFREDOMASTRIA VINCENZO
MARIGLIANO PAOLOMOLLE ANTONIO
MASTRIA ROCCOMOLLE FRANCESCO
MASTRIA VITOMORCIANO VITO COSIMO
MICOCCI COSIMORICCHIUTO MARTINO
PREITE SANTORIZZO ANTONIO
REHO ORONZORIZZO MICHELE
SCARLINO ADOLFO
VALENTE DONATO

UGENTO

 GUERRA 1915-18

ABISSINESE COSIMOCOCOLA LEOPOLDO
ANTONAZZO GIUSEPPECORTESE PAOLO
ANTONAZZO IPPAZIOGUGLIERSI BIAGIO
ARGHIRO’ GIOVANNIDE NOTO LUCIANO
ARMIDA LUIGIDE PAOLIS NATALE
BAGLIVO CROCEFISSO DE TURRIS GENNARO
BOCCO BIAGIOFASANO PAOLO
BRUNO LUIGIFRANZA SALVATORE
BRUNO VINCENZOLATERZA LUIGI
CANTORO LUIGILEANZA GIANBATTISTA
CARLUCCIO FELICELISI TOMMASO
CAROPPO PASQUALELUGLIO GIUSEPPE
COLAIANNI LUIGIMARUCCIA COSIMO
CAVALERA ALFREDOMUCI ITALO
COLETTA SALVATOREBASILE GIUSEPPE
COPPOLA LUIGICARANGELO COSIMO
BAGLIVO COSIMOCARANGELO VINCENZO
FIORENTINO SALVATOREPRONTERA COSIMO
MIGGIANO COSIMOPROTOPAPA VINCENZO
MONTEDURO ADOLFORIZZELLO PAOLO
MOSCA PASQUALERIZZO PASQUALE
NUTRICATI GIUSEPPESANTANTONIO BIAGIO
ORSI CARMINETAFURO GIUSEPPE
PAIANO ANGELOURSO ANGELO
PICCINNI PIETROURSO ATTILIO
PIERRI COSIMOVERARDI COSIMO
PISANELLI VITOZECCA SALVATORE
PIZZOLANTE VITOZIPPO AGOSTINO
PONZO SALVATORE

Viva il 25 aprile. Viva la Repubblica. Viva l’Italia. Grazie.
Salvatore Chiga

Buongiorno a tutti,
carissimi concittadini, reverentissimo don Antonio Turi, autorità militari, civili e religiose, presidente dell’associazione locale combattenti Francesco D’Ambrosio e carissimi soci dell’associazione combattenti, associazioni tutte presenti: benvenuti come ogni anno alla Festa del 25 Aprile, Festa di Liberazione della Repubblica Italiana. Una festa altamente simbolica perché ci ricorda la fine dell’occupazione nazifascista e la nascita della repubblica democratica. Questo è un giorno di liberazione, di pace, democrazia, di diritti ed uguaglianza. La nostra è la Costituzione più bella del mondo. È stata scritta dai padri costituenti e rappresenta ancora oggi la linea di demarcazione della nostra libertà, dei nostri diritti fondamentali e delle nostre garanzie. Ognuno di noi può e deve essere costruttore di pace, ce lo hanno ricordato più volte Papa Francesco e il presidente Mattarella. Il rispetto della dignità è un valore che riguarda tutti noi attraverso i comportamenti quotidiani e deve partire soprattutto da chi occupa ruoli istituzionali e politici. Per saper dare il buon esempio. Cito le parole del Presidente Mattarella: “Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, (mi piace ricordare la cittadinanza onoraria conferita a Liliana Segre e Sami Modiano il 25 marzo 2021). Dignità e impedire la violenza sulle donne, la nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri. Dignità e contrastare la povertà, dignità e non essere costretti a scegliere tra lavoro e maternità”. È il nome di tutti questi valori, sanciti dalla nostra Costituzione, che si costruisce la pace. Voglio ricordare le parole del compianto David Sassoli, che pronunciò ad Assisi nel 2021: “l’Europa deve dimostrarsi capace di diventare uno strumento di pace, un progetto per il bene di tutti, capace di proteggere le persone, sostenere le imprese, investire nell’uguaglianza, nel progetto sociale il benessere economico”. Confido che questo 25 Aprile in tutta Italia non sia un momento divisivo, ma sia un momento di unità per tutto il nostro paese. Viva la Costituzione, viva la Repubblica Italiana.

Maria Venere Grasso

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