Lo stop dovuto alla pandemia ha aumentato i depositi bancari: è bastato incrociare più database e i dati aggiornati di Istat e Bankitalia, prendendo come campioni i maggiori centri della provincia per numero di abitanti e con almeno tre o quattro sportelli bancari, per l’Osservatorio economico Aforisma, ed ecco la conferma ufficiale.
La rapida ripresa dopo l’allentamento delle misure restrittive, ma anche l’incertezza sul futuro, i decreti per alimentare la liquidità e la sospensione delle rate dovute per le cartelle fiscali hanno incrementato i depositi bancari: è stata una crescita record quella registrata negli ultimi due anni.
I Comuni costieri sembrerebbero stati particolarmente avvantaggiati dal ritorno degli stranieri nel Salento, dopo l’allentamento delle misure restrittive. Al primo posto, non a caso, c’è Otranto, che ha visto crescere i depositi bancari pro-capite del 64,4% (da 9.737 euro a 16.012); Gallipoli del 49,7% (da 10.509 a 15.730) e Tricase del 49,6% (da 11.344 a 16.969).
Ugento in questi due anni ha avuto un incremento del 35,0% che si liquida in € 2.334 (da € 6.678 a € 9.012), mantenendosi poco sopra la media provinciale del 30,3%. Infatti, sui conti correnti delle banche salentine si è arrivati a quota 8,9 miliardi di euro, a cui si aggiungono i libretti e gli altri strumenti di risparmio delle Poste, per un totale di €15,2 miliardi nella sola provincia di Lecce.
«La maggiore liquidità – spiega Davide Stasi, direttore dell’Osservatorio – è stata anche una reazione alle misure restrittive imposte al fine di contenere la diffusione delle varianti del nuovo coronavirus. La raccolta bancaria è stata sorprendente, tenuto conto che è avvenuta in un periodo fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria. Il fenomeno va osservato, dunque, da più punti di vista. Da un lato, c’è la ripresa dopo mesi lockdown, nonché l’effetto diretto delle misure di sostegno alla liquidità introdotte a tutela di famiglie e imprese (decreto Cura Italia e successivi), oltre alle iniziative dell’Associazione bancaria italiana (Abi), tra moratorie dei crediti e piani dilazionati di ammortamento. Si affiancano, poi, i prestiti garantiti e le sospensioni dei pagamenti di tasse, cartelle e contributi. Dall’altro lato – aggiunge Stasi – c’è stata anche l’incertezza generale, con gli spettri di una temuta riduzione dei redditi e il continuo rinvio degli investimenti. Questo atteggiamento fortemente prudenziale ha portato ad accantonare ulteriore liquidità precauzionale».