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“Perduto Amore: un altro genere di festival”, doppio appuntamento nel fine settimana

Proseguono gli appuntamenti della decima edizione di “Perduto Amore: un altro genere di festival”.

Dopo il tavolo tematico “Le battaglie delle donne” di sabato 4 novembre, momento di confronto e discussione che si è concentrato sui diritti negati delle donne, e durante il quale si sono alternante alcune “testimonianze di lotta e libertà”, il festival torna nel fine settimana, con un doppio appuntamento.

Sabato 18 novembre 2023, presso Casa Vanini, infatti, alle ore 16, avrà luogo l’assemblea femminista organizzata dal Collettivo “Perduto Amore”. Ospiti del dibattito saranno Gloria Scarlino e Valerio Preite dell’associazione “Ombre rosse” di Taurisano.

Durante questa prima parte dell’evento, il microfono sarà a disposizione di tutti, come di consueto nelle assemblee del collettivo, per raccogliere l’intervento di chiunque, consapevoli che il confronto è sempre motivo di arricchimento reciproco.

All’assemblea femminista seguirà “Libere: corpi e voci in movimento”, lo spettacolo a cura di Adele Benlahouar e di “Ensemble multiculturale” di Luigi Colella.

Domenica 19, invece, il festival si sposta presso la caffetteria “Normal”. Qui, nel corso di un dialogo con Michela Santoro, l’autrice Giulia Maria Fazea presenterà il suo ultimo libro dal titolo “I Cannibali”. L’appuntamento è alle ore 18:30.

I cannibali hanno sempre fame: vogliono, amano, sperano, tradiscono, lottano, dimenticano, accusano. Sono figli e figlie, la ragione di esistere della madre di latte o di quella acquisita, sono oggetto e soggetto d’amore, creature indifese. Storie sottili e quotidiane, raccontano il legame più sofisticato che la natura abbia mai concepito: quello che lega i figli alle proprie madri, anche quando loro muoiono. Isidoro, tanato-esteta di trentacinque anni, e Ira, una bambina di sei, diventano orfani di madre alla stessa ora dello stesso giorno. Isidoro è anaffettivo e insensibile, ma quando la vita gli pone davanti Ira, ne resta sopraffatto. È lei a parlargli per prima. Proprio lei, una bambina affetta da mutismo selettivo. Tra i due inizia così uno scambio fitto, non strettamente verbale, che indaga storie di maternità nel mondo animale, un dialogo sul dovere di essere figli. È un viaggio chiuso in una stanzetta, un dolore mutilato. Cos’è una madre? Quali sono le formule per amarla?

“Scrivere “I cannibali” è stata una prova d’amore: quando ho iniziato a pensarci non immaginavo che alla sua pubblicazione sarei stata incinta – sottolinea Giulia Maria Falzea – La scrittura è, nel mio piccolo, un gesto magico che, quando decide, si auto avvera. Infatti, una volta finita la prima stesura mi sono accorta che ero pronta ad abbandonare lo status di figlia/cannibale per sperimentarmi in quello di madre. Dare vita a un romanzo e decidere di mettere alla luce una persona sono atti generativi potenti con i quali quest’anno mi è capitato di misurarmi con amore e profondo senso di mistero e gratitudine”.

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