“Il partito democratico ha già espresso con chiarezza le proprie valutazioni e determinazioni. Non possiamo che confermare l’assetto dell’esecutivo come determinatosi, non per mancato rispetto degli accordi iniziali ma a seguito della decisione maturata in ambito nazionale da parte di Articolo 1. Nello specifico, quella di confluire nel Partito Democratico, senza rinunciare a quanto doverosamente attribuitogli, all’indomani della tornata elettorale del settembre 2021”.
Il segretario cittadino del partito democratico Pasquale De Benedictis mette a tacere subito le polemiche sollevare dal consigliere comunale Gianni Liuzzi, che durante la convocazione di oggi ha accusato i dem di “despotismo” all’interno della giunta, decidendo, poi, di formare gruppo a parte. Accuse che De Benedictis rimanda al mittente, entrando nel merito degli accordi pre-lettorali.
“Visto che si accusa il Partito Democratico di arroganza, voglio ribadire che il PD, con l’accordo di tutti, ha due assessorati. Al consigliere Liuzzi, avendo assegnato i restanti tre rispettivamente a Taurisano in Movimento”, “Articolo 1” e “Movimento 5 Stelle”, venne assegnata la carica di Capogruppo consiliare del gruppo di maggioranza, che non era poco. – scrive il segretario cittadino – Se il Partito Democratico avesse deciso di agire con arroganza, confortato dal risultato elettorale ottenuto con la elezione di sette consiglieri su undici (escluso il Sindaco), avrebbe rivendicato almeno la guida politica del gruppo di maggioranza. Così invece non è stato. Non è scritto da nessuna parte ed è fuori da ogni logica che il PD dovesse rinunciare ad un “suo” assessore per rispettare un accordo, ormai superato dai fatti.
Nelle ultime battute non è mancato un appello a lavorare insieme per il bene della cittadinanza taurisanese.
“Nonostante tutto, conveniamo la proposta di continuare il percorso del gruppo di maggioranza con il consigliere Lluzzi, con l’auspicio che il suo utile contributo possa essere reso nell’interesse della coalizione e degli elettori che ne hanno sostenuto il programma e non l’organigramma”.