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Le comunità parrocchiali taurisanesi pregano per la pace in Terra Santa e nel mondo

Anche le comunità parrocchiali taurisanesi “S. Apostoli Pietro e Paolo” e “Trasfigurazione di N.S.G.C.” hanno accolto l’invito di Papa Francesco di unirsi in preghiera per la pace in Terra Santa e negli altri luoghi del mondo straziati da guerre e violenze.

“Tacciano le armi! Si ascolti il grido di pace dei popoli, della gente, dei bambini! Fratelli e sorelle, la guerra non risolve alcun problema, semina solo morte e distruzione, aumenta l’odio e moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro. Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace; ma non a parole, con la preghiera, con la dedizione totale”. Con queste parole il Pontefice ha indetto, per venerdì 27 ottobre, una giornata di digiuno, preghiera e penitenza per la pace nel mondo.  

Alle ore 18, presso la Chiesa parrocchiale “S. Apostoli Pietro e Paolo”, don Paolo Congedi ha presieduto l’adorazione Eucaristica “Il grido della pace” a cui hanno preso parte alcuni fedeli.

Il momento di preghiera, redatto dall’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana, è un invito affinché, in questa situazione di conflitto e di odio, “si spezzi ogni egoismo e durezza di cuore, perché si ristabilisca il dialogo, tacciano le armi, e si faccia il possibile per evitare una catastrofe umanitaria”.

A guidare la riflessione dei fedeli, riunti nella Chiesa di via Casarano, sono stati alcuni brani sulla pace, tratti dal magistero di Papa Francesco: l’omelia in occasione della veglia per la pace del 2013, l’Enciclica “Fratelli tutti” e la catechesi del 15 aprile 2020.

In quest’ultima esortazione è evidente la preoccupazione di Francesco circa il crescente aumento del numero di guerre, considerando che “nel mondo tanti fronti bellici sono già aperti”.

“Domandiamoci: come dà la pace il mondo? – scrive il Pontefice – Se pensiamo ai conflitti bellici, le guerre si concludono, normalmente, in due modi: o con la sconfitta di una delle due parti, oppure con dei trattati di pace. Non possiamo che auspicare e pregare perché si imbocchi sempre questa seconda via; però dobbiamo considerare che la storia è un’infinita serie di trattati di pace smentiti da guerre successive, o dalla metamorfosi di quelle stesse guerre in altri modi o in altri luoghi. Anche nel nostro tempo, una guerra “a pezzi” viene combattuta su più scenari e in diverse modalità. Dobbiamo perlomeno sospettare che nel quadro di una globalizzazione fatta soprattutto di interessi economici o finanziari, la “pace” di alcuni corrisponda alla “guerra” di altri. E questa non è la pace di Cristo!”.

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