Il partito della Rifondazione Comunista di Taurisano, attraverso un comunicato stampa giunto alla nostra redazione, ha affrontato il difficile tema del disagio giovanile. “Un argomento poco trattato nel nostro Comune e quelle poche volte in cui viene menzionato, avviene con poca serietà” – si legge nella nota.
L’analisi del gruppo politico taurisanese, firmata dal segretario cittadino Rocco Cavalera, prende le mosse da alcuni episodi di cronaca avvenuti a Taurisano: continui danneggiamenti a singoli privati residenti nelle vie del centro storico, furti e danni ad edifici pubblici e comunali, colluttazioni tra gruppi di ragazzi. La maggior parte degli avvenimenti, inoltre, avviene nel “cuore” della nostra Città.
A preoccupare il partito della Rifondazione Comunista di Taurisano è innanzitutto la risposta della cittadinanza.
“In tutti questi episodi – scrive il segretario Cavalera – abbiamo assistito ad una sola reazione collettiva: commenti feroci su Facebook in cui degli adulti, non facevano altro che disseminare di “colpe” il dibattito sui social: lo Stato, i genitori, l’uso improprio dei social e la scuola. Noi crediamo che non ci sono “colpe” da disseminare, ma più che altro delle responsabilità”.
Gli episodi in questione, segnale concreto del disagio giovanile che alcuni tra le fasce più giovani della popolazione stanno vivendo a Taurisano sono, a giudizio del circolo di Taurisano, il frutto delle mancanze e delle criticità di una comunità, ma anche di una certa cultura locale ed un tipo di politica che è assente su determinati temi: “Innanzitutto, come si può definire il disagio giovanile? Solo pochissimi sanno che i comportamenti antisociali e di trasgressione delle norme dei ragazzi è una domanda, un bisogno psicologico o affettivo che include le difficoltà familiari, di relazione, o scolastiche che è collegato intimamente ad un generale malessere esistenziale connesso ad un processo di costruzione di identità dei ragazzi. Invece che scagliarci sui nostri ragazzi con rabbia, dovremmo soffermarci a riflettere sul fatto che affinché le difficoltà ed i disagi adolescenziali diventino disadattamento, bisogna che intervengano dei “fattori-rischio” che sono legati a molti aspetti della vita di una persona e non solo il suo rendimento scolastico, come per esempio le problematiche familiari, o la deprivazione culturale, la marginalità socioeconomica, la carenza di offerte di tempo libero e di aggregazione, e perfino quali sono gli atteggiamenti con cui viene affrontata la devianza in paese: rabbia sociale e richieste di repressione. Ovviamente ci mettiamo anche nei panni di quei cittadini di Taurisano che hanno subito dei danneggiamenti, come è successo nella zona di Piazza Castello e proprio per questo ci batteremo affinché la situazione possa cambiare. Dobbiamo essere consapevoli che determinate azioni sono il frutto delle mancanze e delle criticità di una comunità, ma anche di una certa cultura locale ed anche di un certo tipo di politica che è assente su certi temi. Elevarci ad una nostra presunta “superiorità morale” non ci assolverà mai. Come diceva Fabrizio De André: “Dietro ogni scemo c’è un villaggio”. Infatti, ogni contesto sociale ha bisogno di identificare “uno scemo” per segnare un confine tra i buoni ed i cattivi, tra la gente per bene e gli immorali. Tutto questo per autoassolverci dalla nostra coscienza e dalle nostre incoerenze”.
I toni diventano ancora più duri quando il gruppo politico sottolinea la “mancanza di politiche sociali attive”, di promesse non portate a compimento da parte dell’amministrazione comunale, e la carenza di luoghi di aggregazione e centri polifunzionali e sportivi.
Per Rifondazione Comunista, le “lodevoli iniziative di alcune associazioni che operano nel settore culturale per la promozione e la preparazione alla partecipazione inclusiva e democratica delle giovani generazioni” non possono sostituirsi alla mancanza di un unico e continuo progetto politico sul tema.
“Come Rifondazione Comunista più volte abbiamo sottolineato la mancanza di politiche sociali attive, soprattutto per i più giovani. – spiega Rocco Cavalera – Volete un esempio? Dopo un anno e mezzo di insediamento della attuale amministrazione, perché non sentiamo più parlare di un progetto di riattivazione della Consulta Giovanile? Fino ad ora abbiamo solo ascoltato annunci di vario tipo, senza però nessuna calendarizzazione certa: “faremo”, “stiamo per fare”, “verrà attivata”, “partirà”. Dove sono i luoghi di aggregazione ed i centri polifunzionali e sportivi? Oppure credete che i ragazzi dopo la giornata scolastica debbano solo fare i compiti e poi mettersi nell’armadio delle scope per il resto della giornata? Non basta organizzare giornate commemorative per costruire il senso di comunità nei cittadini e nei più giovani. Ci chiediamo a tal proposito se esiste un assessore ai servizi sociali?”.
“Vogliamo dire, infine, che dovrebbe destare scandalo il fatto che il nostro Comune sia tra i primi posti nella Provincia di Lecce per la vulnerabilità sociale e materiale, e di conseguenza per l’abbandono scolastico, per il lavoro nero, per i lavoratori sottopagati e precari, per la povertà relativa, per chi lavora tutto il giorno ma è povero lo stesso e per chi alla fine si arrende e va a lavorare in Svizzera o in Germania. Di tutto ciò nessuno ne parla e nessuno se ne vergogna, tanto abbiamo i “ragazzi vandali” sui quali scaricare tutto lo sdegno per lo schifo che ci circonda”. Questa l’amara conclusione della nota.