Vai al contenuto
Home » #versoil25settembre: L’intervista ad Andrea Caroppo (FI)

#versoil25settembre: L’intervista ad Andrea Caroppo (FI)

Andrea Caroppo è nato a Poggiardo il 26 Giugno 1979. Avvocato, si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

É stato eletto alle Elezioni Regionali in Puglia del 2010 e 2015, per le quali alla IX Legislatura è stato Consigliere Segretario del Consiglio regionale della Puglia e Componente della Seconda Commissione Consiliare agli affari generali; mentre nella X Legislatura è stato Componente della Commissione statuto e riforme istituzionali.

Con 7.200 voti, non è risultato eletto alle Elezioni Europee del 2014, essendo stato candidato con il Nuovo Centrodestra nella Circoscrizione Italia meridionale. Si ricandiderà alle Elezioni Europee del 26 Maggio 2019 con la Lega, risultando eletto con 50.646 preferenze. Resterà in questo partito fino al 24 aprile 2021, aderendo, poi, a Forza Italia e al Partito Popolare Europeo.

Risulta candidato nel Collegio plurinominale di Lecce per le Elezioni Politiche del 25 Settembre 2022.

 

  1. Si stimano circa 16 milioni di persone che si asterrebbero il 25 settembre, pari al 35%, a cosa attribuisce questa disaffezione per la politica? Come fare per convincere gli astenuti?

Dopo il risultato delle ultime amministrative, dove si è scesi nei diversi turni sotto la soglia del 50% di partecipazione (per fare un esempio, al secondo turno delle elezioni amministrative, a Napoli ha votato il 35% degli aventi diritto), il tema diventa importante e merita una profonda analisi. Comprendo il malessere che spinge l’elettore a non andare a votare, o a votare scheda bianca o nulla: i partiti hanno perso attrazione perché l’epoca delle ideologie è terminata e si sono trasformati in comitati elettorali al servizio di un leader, che attraggono quasi esclusivamente chi ha degli interessi da difendere o delle ambizioni da raggiungere. Ci sono aspetti positivi nella fine delle ideologie, ma la nuova epoca non è migliore di quella che l’ha preceduta perché è dominata dal relativismo, dalla perdita del senso comune, dal venire meno della speranza, anche di quelle speranze fallaci che erano le ideologie. Da qui la comprensibile disaffezione dell’elettore e l’aumento dell’assenteismo. Siamo così caduti da un male al suo opposto, dal delirio delle ideologie, che sfociava spesso nella violenza, al nichilismo e alla disperazione politica. Per curare questo male, dunque, non basta la politica.

 

  1. I sondaggi sembrano premiarvi, sentite il peso della responsabilità di andare al governo in un momento che non sarà certamente facile per l’Italia?

Lasciamo perdere i sondaggi e lasciamo votare i cittadini. Se le urne determineranno una maggioranza parlamentare di centrodestra, siamo certamente tutti pronti ad assumere questo grande onere. Questo è uno snodo particolarmente delicato, serve responsabilità da parte di tutti gli attori politici, di tutte le istituzioni, di tutte le classi dirigenti.

 

  1. Il Presidenzialismo sembra essere una priorità per Berlusconi. Perché, a vostro avviso, è un punto centrale del programma? Come rispondete alle accuse di voler mandare a casa Mattarella e voler accentrare tutti i poteri in mano ad un uomo solo?

Sono chiacchiere, slogan da campagna elettorale. Il Presidente Mattarella è il punto di riferimento di tutti e non è in discussione, ci mancherebbe altro! Nè si tratta di accentrare poteri, bensì semmai di precisarli meglio. Il presidenzialismo è un tema sempre stato vivo quando si parla di riforme: il Parlamento deciderà se avviare una discussione su riforme di sistema, di rango costituzionale, che, come tali, non possono che essere condivise. Credo che occorra anche su questo punto uno scarto di responsabilità: serve una Commissione Bicamerale.

 

  1. La prima parte della campagna del centrodestra è stata rivolta ad “assicurare” i partner internazionali, ci siete riusciti?

Forza Italia, da sempre nel PPE, è in maggioranza in Europa e sostiene la Commissione Von Der Layen: noi non abbiamo bisogno di rassicurare nessuno, perchè l’Europa la governiamo già. Dopodiché questo delle rassicurazioni mi pare più un cruccio giornalistico. La tradizione democratica italiana è invidiata in tutto il mondo e non è in discussione, non è necessario rassicurare nessuno. Così come non è e non può essere in discussione il nostro atlantismo.

 

  1. Recentemente, FdI e Lega hanno votato contro il riconoscimento della deriva autocratica di Orban e della Ungheria nonostante le sentenze della Corte Ue sulla violazione dello stato di diritto. Che tipo di Europa avete in mente? E, soprattutto, questa visione può influire sul PNRR?

La nostra collocazione è molto chiara, noi siamo dalla parte dell’Europa. Siamo sempre stati in difesa dello stato di diritto, ma non solo in Ungheria o in Polonia, lo siamo ancora a Malta, in Slovacchia, dove due governi socialisti sono stati coinvolti nell’omicidio di due giornalisti. Certo bisogna capire cosa si vuole intendere per “stato di diritto”: se qualche burocrate a Bruxelles pensa che significhi – per dirne una – imporre l’agenda lgbt noi non ci stiamo ovviamente.

 

  1. Su alcuni punti (scostamento di bilancio, atlantismo, rapporti con UE, migranti) sembrate non pensarla uguale con i vostri alleati. La colazione reggerà alla prova di Governo? Ci sarà un pericolo di resa di conti o il di voler ribaltare i rapporti di Forza?

Guardi, lasciamo decidere gli elettori. La coalizione è in ottima salute. E’ normale ed è un bene che ci siano diversità di vedute su alcuni punti: è proprio questo che ci rende una coalizione larga e proprio da questo verranno fuori le sintesi migliori.

 

  1. Quali saranno le vostre priorità, se vincerete le Elezioni?

La prima cosa che dovrà fare il prossimo Governo sarà quella di difendere il potere di acquisto di stipendi e pensioni. Ecco perché bisogna aiutare le imprese tagliando le tasse non solo a loro, ma a tutti. Occorrerà lavorare, inoltre, a una riforma della burocrazia e una riforma complessiva della giustizia. Tutto questo, accompagnato da un aumento fino a mille euro delle pensioni per anziani, disabili e invalidi. Così ripartirà l’Italia

 

 

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *