L’11 Marzo 2014 il Vescovo di Ugento S.M. di Leuca, Mons. Vito Angiuli, annunciò l’indizione della Prima Sessione Pubblica del Processo Cognizionale per la Causa di Canonizzazione della Serva di Dio Antonia Mirella Solidoro, giovane secolare.
Mercoledì 1 Ottobre 2014 alle ore 17:30, nella Chiesa Cattedrale di Ugento, avvenne l’Apertura del Processo su Vita, Virtù e Fama di Santità della giovane taurisanese e l’insediamento del Tribunale, presieduto dall’illustrissimo Rev.do Mons. Vito Antonio Caricato del clero dell’Arcidiocesi di Lecce, che in quel giorno prese il ruolo di Giudice Delegato. A lui si aggiungevano a sedere in tribunale, tra i tanti, il compianto Mons. Giuseppe Stendardo come Promotore di Giustizia e in questa prima fase la Postulazione era del Rev.do Padre Cristoforo Aldo De Donno OFMCapp. Notaio attuario era l’Avv. Martino Carluccio di Ugento, a cui si aggiunse come notaio aggiunto il Prof. Fulvio Nuzzo.
Si chiuse dopo quasi due anni, sabato 18 giugno 2016 alle ore 19,00 nella Cattedrale di Ugento questa prima fase, chiamata Inchiesta Diocesana.
Il 29 Maggio 2017 il Cancelliere della Congregazione per le Cause dei Santi, Mons. Giacomo Pappalardo, presso gli Uffici di Cancelleria della Congregazione ha provveduto a rimuovere i sigilli dei plichi contenenti tutto il materiale raccolto durante l’inchiesta diocesana.
Si è proceduto, cosi, con il cosiddetto “Processo in Urbe“, che sta andando avanti, dopo la nomina della Postulatrice in Urbe, dott.ssa Giovanna Brizi, e del Relatore Generale per la Congregazione Padre Vincenzo Criscuolo OFMCapp, con la stesura della Positio da parte della Postulatrice e del suo staff, che verrà presentata ai Padri Cardinali e Vescovi per l’approvazione in Congregazione.
L’Attore nel Processo di Canonizzazione, il Consiglio Presbiterale Diocesano, nella persona di Mons. Napoleone Di Seclì si è rivolto alla nostra Redazione per riportare in luce una vecchia cassetta audio contenente un incontro avvenuto il 16 Gennaio 1985 tra Mirella Solidoro e il Gruppo Cresima di Gemini, audio che abbiamo pubblicato integralmente prima di una breve intervista che abbiamo rivolto a Mons. Di Seclì e che, quindi, trovate qui sotto.
Sappiamo che Mirella è conosciuta non solo qui, in Salento, ma anche all’Estero.
Certo, ricevo molte lettere dall’America Meridionale, dalla Cecoslovacchia, dalla Francia, dal Belgio… tutti chiedono i santini di Mirella con la reliquia “ex indumentis”. Tante volte non conosciamo nemmeno la lingua e siamo costretti a rispondere con un po’ di ritardo non solo perché le mail sono numerose, ma perché giungono dalle più disparate parti del mondo e siamo felici di rispondere a tutti.
Monsignore, lei ha conosciuto Mirella, ci può dire il ricordo più bello che conserva?
A Mirella andavano soprattutto le persone sofferenti, provate dalla vita in tanti modi. Lei univa le sue sofferenze a quelle del Signore per la salvezza del mondo, per la conversione dei peccatori, per i Sacerdoti e i giovani.
Personalmente, mi ha colpito molto questo modo di vivere la sofferenza e trasformala in qualcosa di positivo per più persone e a vantaggio degli altri.