– di I.C. Polo 3 Galatina –
Il viaggio di istruzione è un momento fondamentale nella vita di studenti e insegnanti, scandito da giornate intense, ricche di emozioni, di scoperte, di esperienze, in cui si instaurano nuovi rapporti e si solidificano i legami.
Martedì 19 marzo gli studenti delle classi terze della Scuola Secondaria “Giovanni XXIII”, dopo poche ore di viaggio, si sono tuffati nella storia di Pompei, incontrando luoghi, piazze, uomini e donne invisibili ma tangibili le cui faccende quotidiane sono state stroncate da un vulcano, il Vesuvio, tra i più pericolosi al mondo, perché alle sue pendici vivono tre milioni di persone che sembrano legati da un legame indissolubile con la montagna a W rovesciata. Come ci ha raccontato la guida, in quel 24 agosto del 79 d.C. “Nell’oscurità si udivano i pianti delle donne, i lamenti dei bambini e il clamore degli uomini. Alcuni chiedevano aiuto, altri invocavano la morte, ma i più pensavano di essere stati abbandonati dagli Dei e che l’universo fosse sprofondato nel buio eterno…” come scriveva Plinio il Giovane. E così i nostri ragazzi hanno scoperto che dopo oltre due secoli di scavi, il sito archeologico di Pompei è uno dei musei all’aperto più importanti e suggestivi al mondo. Una continua scoperta: le case signorili, la Venere in conchiglia, le botteghe artigiane, i vasai, tasselli di vita quotidiana fonte di continue sorprese.
Mercoledì 20 da Pompei a Napoli il passo è breve: dalla maestosa Piazza del Plebiscito e dintorni si possono ammirare vecchi e nuovi palazzi del potere e della vita amministrativa di Napoli, oltre ad alcuni tra i più importanti siti e monumenti della città: il Palazzo reale, che racchiude quasi 500 anni della storia della città e delle dominazioni che l’hanno caratterizzata, la Prefettura, il Municipio, il Teatro San Carlo. Peccato che non ci si possa fermare molto perché stanno girando un film proprio in Piazza del Plebiscito ma è così bello osservare come filmano!
E poi la passeggiata “guidata” alla scoperta dei Quartieri spagnoli, nel Cinquecento ai tempi di Don Pedro a Toledo, dimora dei soldati spagnoli, alla scoperta de “u basciu”, dei tanti angoli che ancora ricordano Maradona e della limonata “a coscie aperte”, parlando con la gente che lì ci abita. Si, i murales dei quartieri spagnoli raccontano la storia presente e passata di Napoli. Una galleria d’arte a cielo aperto, tra il vicolo di Totò dove numerosi artisti hanno lasciato opere dedicate a Totò principe De Curtis e non mancano le opere d’arte dedicate a Diego Armando Maradona.
La simpatica signora Anna ci guida poi lungo la Spaccanapoli (ma che significa Spaccanapoli?, chiedono i ragazzi) attraversando i mille volti della città: la Napoli dei quartieri popolari, Forcella e Pignasecca con il suo coloratissimo mercato a cielo aperto (Posso comprare un’altra maglietta di Maradona?) , la Napoli universitaria con i suoi laureati freschi freschi con corona d’alloro (Auguri!), quella delle botteghe artigiane e la Napoli sacra, con le sue chiese, guglie votive (quella all’Immacolata ha proprio colpito), i monasteri e i chiostri.
Per non dimenticare un’incursione nella fermata della metropolitana di via Toledo, considerata tra le più belle al mondo, per ammirare un lungo mosaico di immagini e personaggi che richiamano la storia di Napoli.
Si deve assolutamente andare, dicono i ragazzi, da “Donato Con mollica o senza” in via Pignasecca (e chi non lo conosce!?), una piccola salumeria dove acquistare un ottimo panino farcito, rinomata grazie ai social e TiKTok, giusto per fare una foto ricordo. Ma Donato non c’è, ha fatto un salto a Milano per aprire una salumeria anche lì, dicono…
Di Napoli non ci si stanca mai, perché andare via?
Al terzo giorno ci tocca visitare la Reggia di Caserta, con il suo enorme parco e fontane (ma come si chiamano questi grossi pesci?! Carpe!) e appartamenti reali con ben 1742 finestre, una residenza reale tra le più grandi al mondo, Patrimonio dell’Umanità.
I ragazzi ammirano le bellezze della Reggia, confrontano con quanto hanno studiato a scuola, riscontrano il nome dell’architetto Luigi Vanvitelli che progettò l’opera per Carlo di Borbone re di Napoli.
Perché non metterci anche un po’ di scienza? Facciamo un salto alla Città della Scienza a Napoli a fare qualche esperimento perché “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco!”, questo lo slogan della Fondazione – e i ragazzi non si sono fatti pregare: hanno sperimentato le leggi della fisica, si sono messi in gioco, in base al principio che si impara di più se ci si diverte. E che la scienza sia anche divertimento!
Infine, al quarto giorno, sulla via del ritorno, ci si ferma nel Cilento: lo stupore dei ragazzi di fronte ai templi di Paestum, scoprendo l’architettura, l’arte, i riti, la cultura della Grecia antica, grazie alla bellezza del tempio di Atena, di quelli dedicati a Nettuno ed Hera e alla visita al museo che raccoglie un’importante collezione di reperti rinvenuti nelle aree che circoscrivono Paestum, vasi, armi e lastre tombali affrescate e tanto altro.
Il viaggio è finito ma la Scuola del Viaggio non deve finire mai, anzi, deve essere sempre l’inizio di qualcosa di nuovo, ogni giorno, attraverso una foto, un ricordo, un racconto, un progetto, un altro viaggio.