– di Fiorella Mastria I.C. Polo 1 Galatina e Collemeto –
Un modo diverso per ricordare la donna nel giorno che istituzionalmente è dedicato a lei.
Il pomeriggio dell’8 marzo a Collemeto è avvenuta l’inaugurazione della panchina rossa, simbolo importante di lotta a ogni forma di violenza contro le donne.
Una inaugurazione organizzata dall’associazione Natural-mente No Rifiuti con il patrocinio del Comune di Galatina.
In piazza Italia si respirava un’atmosfera particolare, resa ancor più significativa dalla presenza dei nostri ragazzi della quinta di scuola primaria e della prima e terza di secondaria del Polo 1 frequentanti i plessi di Collemeto, che hanno partecipato con rispetto e consapevolezza all’evento, assieme ai docenti ed ai genitori.
Ognuno di loro si è fatto portavoce di un pensiero che risuonasse nel ricordo di tutte le vittime di violenza e di cui la panchina è simbolo forte.
La cerimonia è stata aperta dalle parole del presidente dell’associazione Antonio Geusa, che ha ricordato il significato della giornata delle donne e del perchè si festeggi l’8 marzo. L’assessora Camilla Palombini, assessore alle politiche sociali ed all’integrazione, nel ricordare il ruolo delle donne ed il rispetto che bisogna avere verso di loro, ha ribadito che lo stesso deve essere rivolto a tutti gli esseri umani indistintamente. Paola Gabrieli, coordinatrice nel centro antiviolenza “Malala” nel suo intervento contro ogni forma id violenza di genere, ha sottolineato l’importanza di comunicare, invitando a parlare e non tenere tutto dentro e ad imparare a costruire delle relazioni basate sul rispetto e non sulla prevaricazione.
Annamaria Congedo, consigliera con delega alla parità, ha rimarcato il significato della violenza contro le donne e della violazione dei diritti umani.
Sulla panchina campeggiava la frase: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”.
La stessa è stata benedetta da don Marco Gatto, parroco della chiesa B.V. Maria di Costantinopoli, che ha letto un pensiero a testimonianza di quanto sia importante il rispetto.
Ma è proprio dalle studentesse e dagli studenti è arrivata la testimonianza più forte, attraverso i pensieri scritti in italiano e nelle tre lingue straniere studiate, scelti per lasciare un segno forte e tangibile all’importanza del momento.
Ecco alcuni dei più rappresentativi:
“Nos queremos libres, oidas, fuertes, respetadas y juntas” (Ci vogliamo libere, ascoltate, forti, rispettate e insieme);
“Aimer est le métier des femmes” di Claude-Joseph Dorat (Amare è un lavoro da donna);
“Human rights are women’s rights, and women’s rights are human rights” di Hillary Clinton (I diritti umani sono diritti delle donne e i diritti delle donne sono diritti umani);
Un 8 marzo indubbiamente diverso che ha lasciato una riflessione importante nei ragazzi, con la speranza che quel seme di rispetto possa essere alimentato ogni giorno grazie al lavoro delle famiglie, della scuola e delle istituzioni.
Una panchina rossa, quindi, che non deve restare solo un simbolo, ma che possa rappresentare una testimonianza attiva dell’impegno di tutti per contrastare il fenomeno della violenza di genere.