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Fil Rouge, un’occasione di riscatto nel progetto di Levèra

Sarà presentato ufficialmente giovedì prossimo Fil rouge, il progetto che aiuterà le giovani donne vittime di violenza a rendersi autonome insegnando loro a diventare vere e proprie sarte. 

L’ambizioso progetto, sostenuto da Fondazione con il sud e Enel cuore onlus, è promosso dall’Associazione Levèra, capofila di un partenariato tra le associazioni Programma Sviluppo di Taranto, A.D.U. Avvocati per i Diritti Umani, ACLI Sede provinciale di Lecce, le Cooperative Sociali L’Aurora e Officina Creativa ed il Comune di Galatina. 

«Fil rouge è un è un progetto sartoriale e di design – affermano dall’associazione- che pone l’accento sui concetti di sostenibilità, sociale e ambientale, che, grazie al forte e nutrito partenariato, si pone l’ambizioso obiettivo di far diventare Levèra un’incubatrice di lavoro all’interno di un bene confiscato alla mafia, rendendo sempre più concreto il riscatto della legalità sulla criminalità» 

Alle donne coinvolte, sarà fornita una formazione teorico pratica e gli strumenti per avviare un’attività autonoma che dapprima restituisca loro dignità ed indipendenza, ma anche in grado di potenziarne le capacità e la creatività, mettendo a disposizione spazi, attrezzature, materie prime, know how, consulenza fiscale, giuridica e motivazionale, incentivando la formazione di cooperative per solidarizzare le singole esperienze e renderle più forti. 

Si tratterà di un vero e proprio atelier di taglio, cucito e ricamo dove saranno realizzati abiti e accessori ecosostenibili, i cui tessuti saranno gli scarti di lavorazione, donati dalle aziende tessili nazionali e messi a disposizione da Officine Creative, per poi essere commercializzati.  

«Abbiamo immaginato di far diventare Levèra il luogo fisico e narrativo, dove le competenze, la creatività, le relazioni e l’artigianalità si mescoleranno e si cuciranno fra loro e daranno vita ad un nuovo marchio, dove la narrazione degli antichi saperi si coniugherà con l’innovazione – spiega Roberta Forte, membro del consiglio direttivo dell’associazione e responsabile del progetto – Fil rouge punta a valorizzare l’artigianato e a trasformarlo in un’attività produttiva che genera occupazione e promuove il territorio. Oltre a prevedere inserimenti lavorativi, daremo vita ad una cooperativa sociale di tipo b, una vera e propria sartoria sociale, all’interno del bene confiscato, in grado di stare autonomamente sul mercato attraverso la creazione di un brand e di un catalogo per vendere i prodotti realizzati, emulando l’esperienza decennale del marchio Made in carcere». 

Antonio Torretti

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