Sono ancora tutti increduli dinanzi a quanto accaduto nell’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina circa un mese fa, salito alla ribalta della cronaca solo ieri: il primo vagito di una bimba venuta al mondo si è subito trasformato in un pianto disperato impossibile da fermare a causa di una sospetta crisi di astinenza da cocaina.
È stata sufficiente qualche ora ai medici per capire che qualcosa non andava e sottoporre mamma e figlia agli accertamenti necessari per fugare i sospetti e constatare la dura realtà. La bambina, nata con parto cesareo, piangeva disperatamente per una crisi di astinenza, nonostante la madre avesse negato di aver assunto sostanze stupefacenti, con stupore anche del padre che ha ammesso di non sapere nulla delle sostanze assunte dalla moglie.
Non si tratterebbe di casi isolati, da quanto emerge in ospedale, ma la situazione della piccolina, la quarta figlia della coppia, ha attirato subito l’attenzione del personale medico, che ha interpellato il tribunale dei minori, che dovrà appurare cosa sia realmente successo e decidere sul futuro della bambina.
Costatata la crisi di astinenza, mamma e figlia sono subito state trasferite presso l’unita di terapia intensiva dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove la neonata ha fortunatamente superato la crisi iniziale ed è oggi definitivamente fuori pericolo.
Ora è molto probabile che la neonata venga tolta ai genitori e, una volta dimessa dall’ospedale, potrebbe essere affidata ad una struttura specializzata per minori. Sembrerebbe esserci anche l’ipotesi di affido ai nonni, che vorrebbero occuparsi della nipotina.
Sulla vicenda espone il proprio punto di vista Antonio Antonaci, Presidente della Commissione Speciale Temporanea per la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’Ospedale ‘Santa Caterina Novella’.
«Il caso di oggi, riguardante la bimba partorita all’ospedale di Galatina già in crisi di astinenza da cocaina, impone da parte mia, per il ruolo istituzionale che rivesto, una presa di posizione ferma sulla necessità di sicurezza clinica e di completezza dell’assistenza e delle cure per chi partorisce e nasce nel nostro ospedale. È assolutamente necessario che il secondo punto nascite della Asl di Lecce abbia un servizio di terapia intensiva neonatale. La vicenda abbastanza sconvolgente di oggi dimostra come ogni nascita, anche quella che sembra sicura, possa invece nascondere rischi seri per la vita del nascituro. L’auspicio e la richiesta forte che sento di dover fare, è che la direzione della Asl di Lecce, porti quanto prima al “Santa Caterina Novella” la Neonatologia a supporto della pediatra, come in più occasioni ha garantito di voler fare».