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Galatina non è candidata a Capitale della cultura. Domani attacca. Anselmi replica.

– di Antonio Torretti (articolo pubblicato su L’Edicola del Sud del 14 luglio 2024) –

Sono state rese note 20 le città candidate a diventare nel 2027 Capitale italiana della cultura, tra cui le tre pugliesi Alberobello, Brindisi e Gallipoli.  

Tra le città in questione manca però Galatina la cui giunta, con una delibera dello scorso febbraio, aveva formalmente dichiarato l’interesse a prendervi parte. 

La volontà dell’amministrazione era stata accolta con entusiasmo anche dalle forze di opposizione, dichiaratesi disponibili a collaborare per il raggiungimento dell’obiettivo dagli importanti risvolti per il territorio. 

Anche il gruppo politico Domani, appena conosciute le intenzioni della giunta Vergine, aveva dichiarato: «Noi, come detto, ci siamo, purché il percorso sia serio, aperto, partecipato e contaminabile. Ma per capirlo basterà attendere i prossimi passi dell’amministrazione, cui spetta il diritto/dovere di proporre, coordinare, guidare. Vediamo cosa succede». 

Apprendere, dunque, che Galatina non è tra le candidate per il 2027 ha scatenato la reazione proprio dello stesso gruppo. 

«Fummo snobbati e nessuno ci contattò – dichiara Pierantonio De Matteis – ma era abbastanza prevedibile. Quello che non era prevedibile, però, era che quella proposta tanto sbandierata altro non era che fumo negli occhi. Sì, perché oggi sono ufficiali le partecipanti al concorso e Galatina non ha presentato neanche la propria candidatura». 

Non è dello stesso avviso l’amministrazione, che ribadisce l’importanza del lavoro compiuto per arrivare ad una candidatura ancora più forte. 

«Nel momento in cui abbiamo pensato di mettere in campo un progetto di candidatura a capitale italiana della cultura – dichiara la vicesindaca Mariagrazia Anselmi – sono state fatte una serie di valutazioni che hanno portato alla decisione di fornire maggiore valenza al progetto, attraverso una serie di azioni propedeutiche alla candidatura stessa, tra cui  il riconoscimento come bene immateriale UNESCO del tarantismo viste anche le nuove linee guida che vanno in quella direzione. Siamo pienamente convinti che ogni associazione o soggetto che lo desideri, debba dare il suo apporto per costruire un progetto forte e, non appena saranno avviati i tavoli partecipati, tutti saranno invitati a dare il proprio contributo. Pertanto, nessun ripensamento, bensì solo un rinvio al 2028, con un progetto connotato da maggiore identità e partecipazione di tutto il territorio». 

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