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Oltre la rete: il destino mura l’attacco di Luigi Baldari

– di Piero de Lorentis –

Un altro pilastro della pallavolo galatinese cede all’imprevedibile: ostinazione, grinta e voglia di combattere si spengono in Luigi nella mattina del venerdì della Passione Cristiana. 

Il quadro clinico negativo ed irreversibile consegnato a familiari ed amici, strappa alla vita nel breve volgere di poche ore un guerriero: mite ma combattivo, paziente ma leale.

Quando oramai tra innumerevoli spole casa-ospedale, sacrifici e rinunce di ogni genere, la curva ascensionale accendeva speranze e moltiplicava energie affettive e fisiche, ecco il dramma prendere corpo.

Sgomento e dolore attraversano la città, abbattono amici e conoscenti, deflagrano nel fisico e nel cuore dei suoi affetti più cari.

L’altra famiglia, quella solidale ed altruista della pallavolo, cade nello sconforto, cerca motivazioni, si appiglia a qualche spiraglio, che il destino non concede. Il dolore trasversale delle varie squadre in cui ha giocato e delle società in cui Luigi ha militato come tecnico, corre sui social con sinceri comunicati partecipativi di condoglianze. 

Il profluvio di ricordi si sposa con immagini sportive dei tempi passati, mettendo da parte rancorose battaglie campanilistiche che una stretta di mano finale azzeravano sempre, riconoscendo lealtà ed amicizia bilaterale.

E questo unanime senso di dolore non è un atto dovuto sull’onda dell’emotività: è un sincero sentimento che attraversa tutti noi, frantumando pensieri ed emozioni. 

Chi lo ha conosciuto nelle diverse sfaccettature della vita e soprattutto in ambito sportivo, sa quanto il suo carattere di giocatore, tecnico e tifoso abbia fatto presa nell’ambiente. Non era un vulcanico comunicatore: piuttosto spiccio nel dare indicazioni soprattutto ad alcuni atleti insofferenti ai diktat disciplinari, trovava la sua dimensione di mediatore verboso nel colloquiare con gli arbitri. 

Il ruolo di capitano-giocatore gli consentiva di dissentire e chiedere spiegazioni su decisioni arbitrali avverse ai suoi colori che, da navigato giocatore, utilizzava in momenti in cui necessitava tirare il fiato e ricompattare il gruppo. 

Riavvolgendo il nastro della sua breve esistenza, il percorso sportivo è quello più vicino ai tifosi, dirigenti ed atleti delle società nelle quali ha militato da giocatore, allenatore, formatore nei settori giovanili e, per ultimo, da commentatore televisivo.

L’esordio da giovanissimo nella Vigor Galatina di Corrado Panico (dal 1973 al 1983) lo vede raggiungere le promozioni in serie C1 e B, per poi continuare la militanza in terza serie nazionale nella SBV Pallavolo Galatina guidata da Dobrev, Marra, Luciani e Papadia. 

Il salto in serie A2, dal 1996 al 2000, con la via Montenapoleone Cutrofiano segue quello nella Salento d’amare Taviano nel 2005, per poi fare ritorno nella stagione 2006-2007 alla casa madre SBV Pallavolo Galatina.  

Con l’amico di tante battaglie sportive, Rino Martina, divide la formazione e la crescita del folto settore giovanile ed è ancora in campo a fungere da chioccia al gruppo under 17 con cui conquista la promozione in serie D, guidato dalla panchina da mister Martina. 

Ma è con il suo gruppo under 14 che realizza un en plein storico per la S.B.V. Pallavolo Galatina nel campionato di 3^Divisione Giovani. Dapprima è vittorioso nel girone A di categoria, poi conquista i titoli Provinciali e Regionali e si assicura il pass per la fase Nazionale di Cesenatico. 

Nella competizione che annovera ben 28 squadre nazionali il binomio Baldari-Martina continua a stupire, portando a casa uno stratosferico ottavo posto e lasciandosi dietro società blasonate come Diac Trentino, Ruini Firenze, Tonno Callipo Vibo, Volley Cuneo e M. Roma.

Poi affianca nel 2008-2009 in serie B1 mister Cavalera sulla panchina galatinese e a settembre del 2009, durante la presentazione alla stampa del nuovo gruppo che va a comporre lo staff tecnico per la stagione 2009-2010 in serie B1, riceve l’encomio dai vertici societari e la riconferma di secondo allenatore. 

E’ abbastanza schivo alla chiamata di presentazione (ed era il sottoscritto a tenere il filo della manifestazione nella sala congressi dell’Hotel Hermitage a Galatina) e l’immagine un po’ sfuocata di Luigi con cui si apre quest’articolo è stata da me volutamente scelta e proposta, quale condensato dello spessore umano di cui era dotato Luigi Baldari.  

La foto, attutita nei contorni, offre l’abbozzo di un sorriso controllato nel compiacimento, e restituisce nitidezza e contrasto non solo al profilo cartaceo, ma all’uomo che nella vita sociale non è mai stato incline al presenzialismo.

Ha guadagnato un po’ di palcoscenico quando, più da padre che da tecnico di volley, ha seguito nell’ascesa sportiva suo figlio Simone entrato nel giro di squadre nazionali di serie A2 ed A3(Alessano, Aversa, Taviano, Pineto, Casarano) cimentandosi come telecronista nelle partite casalinghe della Leo Shoes Casarano, squadra in cui milita Simone.

Ora si è arreso ad un monster block che il destino ha voluto erigergli senza concedere rivincite, con marcatori temporali e circostanze sempre tenuti lontani, ma che l’ineluttabilità della sorte ha fatalmente imposto. 

Ci piange il cuore caro Luigi non averti più vicino, ed è con sgomento e sofferenza che l’ambiente pallavolistico ti stringe e si stringe con un abbraccio ai tuoi affetti più cari.

Hai lasciato delle certezze valoriali: quelle di padre, marito ed amico e i soggetti destinatari sapranno custodirli e farne memoria.

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