– di Antonio Torretti –
La quinta sezione del Consiglio di Stato si è pronunciata legittimando la scelta del comune di Galatina di non prorogare il servizio di trasporto pubblico locale al gestore uscente.
All’amministrazione Vergine è stata riconosciuta la correttezza nel suo operato non avendo ritenuto vi fossero i presupposti per prorogare l’affidamento al gestore sino al 31 dicembre del 2026.
La ditta Tundo, che gestisce il servizio nel comune di Galatina dal 2024, con un affidamento di nove anni, poi prorogato sino al dicembre del 2022, aveva richiesto una ulteriore proroga, con l’impegno di eseguire significativi investimenti per migliorare la qualità del servizio.
Il comune, però, si era espresso negativamente per due ragioni: in primis perché gli investimenti proposti apparivano di modesta entità e non significativi, rappresentando appena il 5% rispetto al costo del servizio annuo di 250mila euro e dall’altro lato in quanto la ditta aveva già usufruito di precedenti reiterati affidamenti.
Il no del comune, valutato positivamente dal TAR di Lecce, era stato impugnato dalla ditta Tundo innanzi al Consiglio di Stato che, accogliendo le tesi difensive dell’avv. Luigi Quinto, ha respinto l’appello dando ragione all’operato dell’amministrazione di procedere alla indizione di una gara pubblica e non di prorogare ulteriormente il servizio.
«Attraverso una interpretazione della normativa nazionale alla luce dei principi comunitari, il giudice d’appello – ha commentato l’avv. Luigi Quinto – ha evidenziato come la proroga straordinaria invocata dal gestore debba comunque coordinarsi con la norma comunitaria che esclude la possibilità che l’affidamento complessivo del servizio ecceda il termine massimo di 15 anni, nella specie abbondantemente spirato, atteso che il servizio è gestito ininterrottamente dalla stessa società dal 2004».