È passato un mese dall’esplosione del caso (o caos) Tari, seguito all’annullamento della delibera con cui Ager aveva calmierato i prezzi dello smaltimento dei rifiuti. Il sindaco di Ruffano Antonio Cavallo, tra le poche voci delle istituzioni locali intervenute subito sulla questione per richiedere un pronto intervento della Regione, sottolinea il preoccupante silenzio che ha preso il sopravvento in queste settimane, dopo la decisione del Consiglio di Stato.
“Sta accadendo quando si temeva – commenta Cavallo -, la questione rifiuti, deflagrata ad inizio anno in tutta la sua portata con previsione di aumenti Tari da capogiro, è caduta in un silenzio eloquente.
Nessuna risposta all’appello lanciato. Nessun tavolo, nessun intervento, nessun provvedimento per porre rimedio alla delibera sui cosiddetti minimi, ossia quegli impianti ritenuti essenziali per la chiusura del ciclo dei rifiuti ai quali Ager (l’Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti) aveva deciso di applicare una tariffa ‘pubblica’, ben più bassa di quella di mercato prevista dai contratti sottoscritti con i gestori degli impianti.
Quella decisione, dettata da una scelta politica e dimostratasi sbagliata sin da subito (avendo portato all’adozione di una delibera laddove avrebbe potuto intervenire solo una legge), avrà ora ricadute salatissime sulle tasche dei cittadini.
L’impasse seguita alla pronuncia del Consiglio di Stato (che ha di recente annullato quella delibera) dimostra tuttavia un chiaro intento: quello di lasciar che le cose facciano il loro corso.
A pagarne le conseguenze saranno infatti altri: i Comuni ed i cittadini.
I danni di questa inazione delle istituzioni competenti ricadranno sulle famiglie che, impotenti e sbigottite, attendono il loro destino, provando ad interpretare quanto leggono sui giornali ed a quantificare l’aumento della tariffa sui rifiuti che si ritroveranno in bolletta, con il ricalcolo che si andrà a sommare agli arretrati reclamati dai gestori.
Questa è l’ennesima dimostrazione di uno scollamento politico col territorio. Di una politica che, da ambo le sponde, non difende i cittadini ma risponde solo esclusivamente a discipline di partito.
Di rimando, saranno anche i sindaci ed i Comuni a risentirne. Saranno loro, ancora una volta, ad esser chiamati a togliere le castagne dal fuoco. A fronteggiare le emergenze nella loro cruda realtà. A metterci la faccia ed a dover tirar fuori il coniglio dal cilindro, la soluzione concreta.
Ma sia ben chiaro: non è in gioco solo l’immagine degli amministratori locali. È in ballo molto altro. In primis la coerenza delle istituzioni, che non potranno più piangere sul latte versato lamentando un calo di fiducia dell’elettorato se ne sono esse stesse sono responsabili.
Ne va poi della crescita delle comunità, che in questi anni hanno imparato ad essere responsabili facendo proprie le nuove regole sullo smaltimento dei rifiuti, raggiungendo una maturità che oggi che ci permette di ambire ad un ciclo sostenibile.
Ne va quindi, indirettamente, anche dell’ambiente, che non può essere tutelato solo con gli slogan ma anche attraverso la valorizzazione e, appunto, il riconoscimento concreto e la premiazione dell’impegno del cittadino che agisce in sua tutela. Non, piuttosto, abbandonandolo a sé stesso preda delle conseguenze di errori che non ha compiuto.
Entro la data del 30 aprile 2024 i Comuni dovranno prendere atto del PEF validato da Ager ed approvare in consiglio comunale le tariffe a carico dei cittadini per l’anno 2024. Nella stesura del PEF si dovrà tenere conto dei conguagli maturati per gli anni 2022 e 2023 per i conferimenti del rifiuto indifferenziato, nonché della nuova tariffa incrementata per l’anno 2024. Tali circostanze determineranno un rilevante aumento della tassa a carico dei cittadini.
La Regione aveva ipotizzato di riconoscere un eventuale contributo straordinario ai comuni pugliesi. Ma tale risposta ed il dettaglio delle somme dovrebbe essere comunicata prima del 15 febbraio, ossia prima della data di consegna dei PEF da parte dei Comuni.
Inoltre, Arera con la delibera n. 7 del 23 gennaio scorso ha stabilito che per tutti gli impianti minimi ed intermedi entro il 30 giugno 2024 dovranno essere approvate le nuove tariffe per l’anno 2024, ossia entro un termine ampiamente superiore a quello di validazione dei PEF dei Comuni fissato, come già detto, al 30 aprile 2024.
Pertanto, se le tariffe varieranno, magari in diminuzione, sarà ormai troppo tardi per i Comuni che avranno già applicato tariffe più onerose ai cittadini.
Quindi, nell’interesse di salvaguardare le tasche dei nostri cittadini contribuenti, sarebbe opportuno che la Regione Puglia, Ager, Arera ed il Governo affrontassero in maniera sistemica tutte queste problematiche”.