“Chiediamo l’annullamento della delibera di Giunta 8 agosto 2023 n. 1177 della Regione Puglia perché penalizza fortemente il nostro lavoro”.
La richiesta arriva da Fabio Lazzari, presidente dell’Ordine degli Agronomi e Forestali di Lecce, ma rispecchia quella dei suoi omologhi delle altre province pugliesi.
La deliberazione della Giunta regionale affiderebbe ai CAA (Centri di Assistenza Agricola), deputati all’assistenza degli operatori del settore, la presentazione e la successiva istruttoria delle pratiche relative ai finanziamenti europei, nonché ad un’ampia gamma di procedimenti amministrativi finora in capo a Regione, Province e Comuni. In altre parole, i CAA si occuperebbero dell’intero processo relativo alla domanda e alla successiva gestione della pratica per ottenere l’erogazione o autorizzazione. Di fatto, l’Ente preposto al controllo, deputato all’approvazione della pratica, coinciderebbe con il controllato erogatore di servizi di consulenza, ponendo i CAA in una posizione di vantaggio competitivo.
Una scelta che danneggerebbe ulteriormente tutti coloro che da anni operano come tecnici e liberi professionisti nella gestione di pratiche e consulenze, ma anche gli stessi agricoltori che sarebbero inevitabilmente chiamati a pagare per un servizio precedentemente erogato gratuitamente.
“Si tratta di una vicenda incredibilmente passata sotto silenzio. Già le storiche limitazioni d’accesso per gli Agronomi al Sistema informativo agricolo nazionale non garantiscono pari condizioni ad operare sul mercato della consulenza alle aziende agricole. Questa situazione di ingiustificato privilegio in favore dei CAA, grazie alle funzioni amministrative delegate, era stata da tempo evidenziata anche dall’Autorità Antitrust. Ora il cumulo di nuove funzioni pubbliche in capo ai CAA aggrava una situazione di incompatibilità e di evidente conflitto di interessi. Per questo è stato presentato un ricorso al TAR Puglia per il tramite della Federazione regionale degli Ordini territoriali pugliesi”.
Un provvedimento le cui ricadute rischiano di assumere contorni ancora più gravi per effetto della recente proposta di Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, di voler implementare un sistema di domanda unificata in grado di accorpare la domanda unica relativa al primo pilastro della PAC e le domande a superficie di cui al secondo pilastro.