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Superbonus, Confapi Lecce chiede una proroga di sei mesi

Sulla questione degli incentivi edilizi interviene Confapi Lecce. «Occorre intervenire subito per garantire la continuità del Superbonus», commenta Giuseppe Petracca, direttore Confapi Lecce.

«Pur consapevoli delle ripercussioni generate da questa misura e dell’esigenza di ripensare una politica sostenibile di incentivi fiscali nell’edilizia, sottolineiamo l’urgenza di un intervento normativo che possa garantire ai cantieri aperti di ultimare i lavori rientranti nel superbonus senza vincolarli allo stato avanzamento lavori e utilizzando lo sconto in fattura anche nel 2024. I ritardi accumulati sono dovuti sostanzialmente a due elementi non dipendenti dal sistema imprenditoriale: incertezze normative e blocco della cessione dei crediti. Non si comprende, peraltro, la disciplina disomogenea che ne è scaturita, con proroga ammessa per gli edifici unifamiliari, ma non per i condomini che rappresentano, socialmente e economicamente, la parte più significativa degli interventi. Così come non può giuridicamente e operativamente ritenersi ammissibile una norma retroattiva che modifichi la disciplina economica di lavori contrattualizzati con un regime che prevedeva l’aliquota al 100 per cento e lo sconto in fattura. In questo contesto – aggiunge Petracca – si richiede una proroga di sei mesi per i lavori in corso, condizionata a notifica preliminare antecedente la concessione della proroga; l’applicazione dello sconto in fattura nel 2024 anche per i nuovi lavori del superbonus sottoposti ad aliquota del 70 per cento. La mancanza di un intervento tempestivo comporterebbe l’ampia presenza di lavori non ultimati e il proliferare di contenziosi tra condomini e imprese, oltre a mettere a rischio incolumità e sicurezza degli addetti a causa della rincorsa esasperata a finire i lavori entro l’anno in corso. Resta evidentemente di fondamentale importanza – chiosa Petracca – un intervento del Governo in grado di favorire in modo incisivo lo sblocco dei crediti; i pur apprezzabili tentativi delle Regioni non costituiscono certo la soluzione efficace al problema».

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