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A Taviano la fiera dei sapori

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Una kermesse enogastronomica che promuove un luogo dell’animo anche attraverso la tradizione culinaria salentina. E’ la Fiera dei Sapori, quest’anno alla seconda edizione, che si terrà nel centro storico a Taviano sabato prossimo, 23 settembre, a cominciare dalle ore 19,00.

Un evento organizzato dall’Amministrazione Comunale, per quanto attiene il settore della valorizzazione del centro storico e delle attività produttive, con la collaborazione della Commissione Pari Opportunità cittadina. 

Una serata di fine estate all’ insegna della convivialità e di una riscoperta dei prodotti tipici della nostra terra, animata anche dalla buona musica, con spazi di gioco ed intrattenimento anche per i più piccoli, ma soprattutto, sottolinea  Francesco Verardi, presidente C.p.o, “un’ occasione per ritornare ad una cucina sana qual è quella di casa nostra, alle nostre tradizioni anche in ambito enogastronomico”. 

E di “ideale ritorno alle origini, nonché ad una cultura del rispetto e della dignità di ognuno che era tipica della nostra antica civiltà contadina” ha parlato anche l’ Assessore alle Pari Opportunità Serena Stefanelli. Insiste invece su una valorizzazione del centro storico la Consigliera Paola Cornacchia, secondo cui “esso è un luogo che continueremo a valorizzare, ad animare e a far vivere, perché rappresenta la nostra identità e le nostre origini, una cornice naturale e suggestiva per eventi di questo genere” e la manifestazione ha anche lo scopo, continua Cornacchia, di promuovere i nostri prodotti, e di trasmettere il messaggio del valore della genuinità, tanto per il cibo quanto per le umane relazioni, e che peraltro è il marchio di fabbrica e il valore aggiunto delle nostre attività produttive. E sul valore della genuinità torna anche il Sindaco Giuseppe Tanisi: “una serata all’insegna dello stare insieme, della riscoperta della genuinità della nostra tavola e della mediterraneitá quale tratto distintivo di noi gente del Sud che insieme ai prodotti della nostra terra continua a coltivare anche i valori dell’accoglienza e dell’amicizia. Una tradizione culturale identitaria che abbiamo il dovere di sottrarre alla polvere dell’oblio e di continuare a sentire e a fare nostra”.

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