Questa mattina, nella sala Open Space di Palazzo Carafa, il sindaco Carlo Salvemini e l’assessore allo Sport Paolo Foresio hanno consegnato al campione argentino Beto Barbas una targa da parte della Città di Lecce in omaggio alla sua carriera con la maglie del Lecce, di cui è stato un’autentica bandiera negli anni Ottanta, all’epoca della prima promozione dei giallorossi in serie A.
Questa la motivazione incisa sulla targa: “A Beto Barbas, esemplare campione di calcio e di vita, ammirevole interprete dei valori identitari giallorossi, amato e mai dimenticato protagonista nel Lecce negli anni dello storico esordio in serie A. a nome della comunità giallorossa leccese con immutati affetto e stima umana e professionale”.
L’argentino Barbas – che ha giocato nel Lecce dal 1985 al 1990 – è stata un’autentica bandiera del club con quasi 150 partite in campionato in maglia giallorossa, scandite da 27 gol, alcuni de quali entrati di diritto nella memoria dei tifosi e nella storia della società: la doppietta con la quale nel 1986 il Lecce ormai retrocesso vinse a Roma e che costò ai capitolini il campionato; il gol realizzato contro il Torino il 25 giugno 1989, gol che consentì al Lecce di salvarsi a scapito proprio dei granata. Ma Barbas è stato anche un riferimento e un esempio per tanti giovani leccesi, quelli di un settore giovanile che contava allora tanti talenti in erba, un po’ come sta accadendo oggi, con la formazione Primavera capolista a dispetto di ogni pronostico del campionato di categoria e con l’ottima stagione che sta disputando anche l’Under 18, attualmente al secondo posto.
La consegna della targa, su iniziativa dell’Associazione Salento Giallorosso (presenti il presidente Antonio Ricciato e Ettore Bambi), è avvenuta davanti a numerosi tifosi di ogni età e a una rappresentanza della formazione Primavera dell’U.S. Lecce formata dall’allenatore Federico Coppitelli, l’allenatore in seconda Ernesto Chevanton e il club manager Giovanni De Toma.
«Dietro questo legame profondo fra un ex calciatore e la città – ha detto il sindaco Salvemini – non ci sono soltanto gli indiscutibili e straordinari meriti sportivi ma c’è il modo col quale lui ha vissuto e abitato la città lasciando un’impronta umana di attenzione, rispetto, sportività, stile e sobrietà che sono valori fondamentali senza i quali le esperienze passano ma non lasciano molto di più. Celebriamo oltre che il campione l’uomo anche nella straordinaria dignità e semplicità con la quale lui ha saputo raccontarci un momento di difficoltà che stava vivendo. Non nascondersi davanti alle difficoltà non è da tutti, va oltre il rettangolo di gioco e ci fa sentire Barbas fino in fondo parte di questa comunità».
«In Tribuna Est, ancora oggi, quando si batte una punizione – ha aggiunto l’assessore Foresio – c’è qualcuno che commenta che ci vorrebbe Barbas a riprova del fortissimo legame che ancora lega la città a questo grande campione».
Barbas è in città per un tour nel Salento organizzato da Salento Giallorosso che prevede venerdì mattina l’incontro con gli studenti dell’Istituto Comprensivo Stomeo Zimbalo per parlare di sport, memoria e passione, promosso in collaborazione con la dirigenza scolastica e le associazioni Bfake, 167/B street e Villeggiatura in panchina.
«Amo Lecce e non la dimentico mai– confessa Beto Barbas – e anche quando sono a Buenos Aires parlo sempre di questa città bellissima, dove la gente è stupenda, e a chi mi dice che farà un viaggio in Europa, io consiglio sempre di venire qui. Ho fatto qui quello che dovevo fare, giocare a calcio, non so se bene o male, ma ho sempre cercato di lasciare una buona immagine come persona. Credo di esserci riuscito perchè ogni volta che torno a Lecce trovo un’accoglienza incredibile».