“Qui ci sono sempre state attività tramandate di generazione in generazione, di padre in figlio. Ora questa catena, purtroppo, si sta spezzando. E nessuno fa nulla”.
E’ sconfortato, amareggiato, ma anche e soprattutto arrabbiato Pino De Gaetano, presiedente e da sempre anima dell’associazione “La Tettoia”, che raggruppa gran parte dei commercianti del mercato coperto di Settelacquare. Mostra i tanti box con le serrande da tempo abbassate (sono più o meno la metà) e le panche, destinate ai prodotti ortofrutticoli, desolatamente vuote. “Sono sempre di più e noi, che continuiamo a resistere, siamo sempre meno – spiega De Gaetano – Più di un mese fa abbiamo avuto un incontro con l’assessore Paolo Foresio. Abbiamo anche fatto qualche nostra proposta. Come quella di allargare ad altri settori merceologici. Si potrebbe provare a far venire qui alcuni commercianti dell’abbigliamento, delle scarpe, che espongono al mercato bisettimanale. Così come aprire all’enogastronomia, per rendere più vivo e attrattivo Settelacquare. Chi viene qui, potrebbe fare la spesa, ma anche mangiare un panino o un piatto tipico. Ma non è cambiato nulla”.
“Dopo 18 anni, ci mandarono via dal “capannone sconcio” di piazza Libertini, nel 1998, quand’era sindaco Adriana Poli Bortone – ricorda De Gaetano – perché quella struttura non era in regola. E allora pagavamo 70 lire a metro quadro. Ora addirittura vorrebbero portare il nostro canone a 45 euro a metro quadro. Anche qui doveva essere una destinazione provvisoria, ma ormai ci stiamo da oltre 24 anni. E le problematiche sono diventate più o meno le stesse: dalle coperture dei box agli scarichi dell’acqua non c’è niente a norma”.
L’associazione “La Tettoia” ha anche proposto di destinare qualche box ora chiuso a uffici comunali distaccati, in modo che a Settelacquare si possa andare anche per sbrigare pratiche burocratiche o per ritirare certificati anagrafici. “Una volta qui c’era anche una postazione dei vigili urbani – dice ancora De Gaetano – Ma ormai anche loro si vedono solo per fare le multe alle auto dei clienti, parcheggiate fuori. E questo scoraggia ancora di più a venire da noi. In molte città, come Firenze e Ravenna, i mercati sono dei luoghi vivi, vissuti da tante persone, compresi i turisti. Ma questa struttura, che nel corso degli anni è costata oltre un milione di euro ed era di fatto realizzata come palestra poi adattata a sede mercatale, andrebbe quantomeno migliorata. Noi non sappiamo più a che santo rivolgerci. Forse il Comune, le istituzioni vogliano che ci auto-eliminiamo da soli? Qui, purtroppo non c’è futuro. La mia attività, con me, è alla terza generazione. Ma io, sinceramente – conclude, desolato – non me la sento proprio, in questa situazione di abbandono, degrado ed incertezza, di tramandarla ai miei figli”.
Al fianco dei commercianti di Settelacquare si schiera Claai Puglia. “La nostra associazione – spiega il segretario regionale Sergio Vitulano – è da sempre impegnata per la salvaguardia delle tradizioni e delle botteghe, che sono un caposaldo dell’economia del territorio. Il mercato, inoltre, deve rappresentare un cuore pulsante economico e sociale, un presidio per lo scambio di relazioni e per l’incontro tra persone. Noi siamo stati accanto ai commercianti del mercato coperto di Lecce, con uno striscione, già da dicembre 2020, quando in piena pandemia si riscontravano i primi effetti negativi sulle vendite. Nello scorso mese di luglio la Regione Puglia ha anche pubblicato un bando per il riconoscimento delle attività storiche e di tradizione. Possono presentare manifestazione di interesse i soggetti previsti nell’articolo 2 della legge regionale numero 30 del 2021. Spiace che la politica locale non riesca a dare una mano a queste attività. La Claai – conclude Vitulano – grazie al Cata (Centro assistenza tecnica sull’artigianato), autorizzato con delibera regionale numero 1366 del 10 ottobre 2022, si fa promotrice delle istanze delle imprese salentine e pugliesi”.