A partire da lunedì 20 giugno sarà vietato il lavoro nei campi su tutto il territorio comunale nella fascia oraria compresa tra le ore 12:30 e le 16. Lo stabilisce l’ordinanza n. 395 con la quale il sindaco Pippi Mellone rinnova un provvedimento a tutela della salute dei braccianti agricoli.
Di conseguenza, il divieto vale nei giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito all’indirizzo https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta e riferita a “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” (ore 12), indichi un livello di rischio “alto” per il territorio di Nardò.
“Quest’anno più che mai – puntualizza il sindaco Pippi Mellone – c’è bisogno di un provvedimento cruciale come questo a tutela della salute dei braccianti agricoli. Le temperature, significativamente più elevate rispetto alle medie consuete del periodo e con previsioni che nei prossimi giorni preannunciano picchi insostenibili, impongono uno stop dal lavoro nella fascia oraria tra le 12:30 e le 16. Il provvedimento, lo dico con orgoglio, non tutela i soli lavoratori migranti, ma tutti i lavoratori dei campi, indipendentemente dal colore della pelle. E in questi anni certamente abbiamo difeso la salute e la qualità della vita di tanti braccianti, che già in condizioni climatiche ideali fanno un lavoro durissimo. Basta con lo sfruttamento e basta con il sacrificio della salute di tante persone a favore del profitto, c’è assoluto bisogno di un’agricoltura che sia più etica”.
L’attività agricola e la raccolta delle angurie e degli ortaggi, come ogni anno in questo periodo, fanno registrare sul territorio neretino un significativo aumento del numero dei lavoratori impiegati nei campi (non solo migranti), spesso purtroppo nelle ore centrali della giornata, che sono quelle più calde e quindi potenzialmente più dannose per la salute degli stessi lavoratori. Si tratta di attività svolta esclusivamente all’aperto, senza alcuna protezione per quanto riguarda gli effetti del sole e delle alte temperature su ogni singolo bracciante. Una condizione più volte emersa nelle cronache locali e nazionali che in più hanno evidenziato sul territorio sino a qualche anno fa fenomeni riconducibili al caporalato e ad altre forme di sfruttamento della forza lavoro. Peraltro, il divieto, di tre ore e mezza, non pregiudica la normale giornata lavorativa per braccianti e aziende, considerate le tante ore di luce naturale dei mesi estivi e ha dimostrato di tutelare concretamente la condizione dei lavoratori, visto che l’ultimo drammatico fatto di cronaca risale ormai al luglio 2015, quando un lavoratore extracomunitario perse la vita mentre era al lavoro in campagna a temperature elevatissime.Il mancato adempimento dell’obbligo è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria di 500 euro. Gli effetti dell’ordinanza cesseranno il 31 agosto.